because you could see the real enemy: dystopian slapstick comedy not to miss
(Non guardare in alto) perchè potreste vedere il vero nemico: distopica commedia slapstick da non perdere
Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence), an astronomy grad student, and her professor Dr. Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) make an astounding discovery of a comet orbiting within the solar system. The problem: it’s on a direct collision course with Earth. The other problem? No one really seems to care. Turns out warning mankind about a planet-killer the size of Mount Everest is an inconvenient fact to navigate. With the help of Dr. Oglethorpe (Rob Morgan), Kate and Randall embark on a media tour that takes them from the office of an indifferent President Orlean (Meryl Streep) and her sycophantic son and Chief of Staff, Jason (Jonah Hill), to the airwaves of The Daily Rip, an upbeat morning show hosted by Brie (Cate Blanchett) and Jack (Tyler Perry). With only six months until the comet makes impact, managing the 24-hour news cycle and gaining the attention of the social media-obsessed public before it’s too late proves shockingly comical — what will it take to get the world to just look up? (Rotten Tomatoes.com)
Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence), una studentessa laureata in astronomia, e il suo professore, il dottor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) fanno l’incredibile scoperta di una cometa in orbita all’interno del sistema solare. Il problema: è in rotta di collisione diretta con la Terra. L’altro problema? A nessuno sembra importare davvero. Si scopre che avvisare l’umanità di un pianeta assassino delle dimensioni del Monte Everest è un fatto scomodo da veicolare. Con l’aiuto del dottor Oglethorpe (Rob Morgan), Kate e Randall intraprendono un tour mediatico che li porta dall’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e del Capo di Stato Maggiore, il suo servile figlio Jason (Jonah Hill), alle frequenze di The Daily Rip, uno spensierato talk show condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). Con solo sei mesi prima che la cometa impatti, gestire il ciclo di notizie perpetuo e ottenere l’attenzione del pubblico ossessionato dai social media prima che sia troppo tardi si rivela scioccantemente comico: cosa ci vorrà per far sì che il mondo guardi in alto? (Rotten Tomatoes)
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Funny, dramatic and apocalyptic at the same time, Don’t Look Up is a must-see of this problematic movie season. While in this film people should look up to see the actual danger, in real life we have to look around to perceive the non-fictional threat we have been living through for two years now; with one difference: you can easily spot a giant meteorite but you can’t spot the covid 19 virus, a fact that reminded me of the early Sci-Fi classic Invasion of the Body Snatchers.
Don’t Look Up is basically a slapstick comedy, with a series of sketches worth Saturday Night Live, a bitter satire of the foolishness of the world we live in, in particular of the press, of the TV networks and above all of the social networks. Self-centred, aiming only at the audience score and mere appearance, they blur people’s minds to the point that they cannot see a planetary danger just above their heads.
The film is also a strong attack against politics and power, personified by an American Trump-like female president whose stupidity wraps her all around and who tries to exploit the opportunity to increase her consensus that the deadly danger offers her – and that inevitably leads to disaster. It is also a violent critique of the hi-tech media corporations, the multinational businesses who use politics as their private toy, as means to reach their selling goals and to exploit resources, not seeing the real danger in their blind rush to money-making. The hi-tech mogul of the movie, the real villain, looks terribly like a deranged Steve Jobs.
Even the two positive anti-hero protagonists (nerdy astronomer Dr Randall Mindy and his smart grad student Kate Dibiasky) are eaten up by the media machine to a certain point, only to come back to their real selves just in time to accept the coming catastrophe with a stoic ‘last dinner’. Does the theme of scientists being not believed, laughed at, obscured by fake news sound familiar today?
There is the echo of Citizen Kane as far as the press is concerned and of Dr. Strangelove as far as fanatism is concerned, but there is no trace of the press as a democratic institution unveiling the misdeeds of power, a genre dear to liberal Hollywood, All the President’s Men style.
The metaphor of the comet for climate change and for the covid pandemic is obvious; what is not obvious is the lack of will of our society in saving itself, physically and metaphorically: that’s why the movie has a disturbing dystopian background lurking through the slapstick comedy surface.
Divertente, drammatico e apocalittico allo stesso tempo, Don’t Look Up è un must di questa travagliata stagione cinematografica. Mentre in questo film le persone dovrebbero guardare in alto per vedere il pericolo incombente, nella nostra vita reale dobbiamo guardarci intorno per percepire la minaccia non fittizia che stiamo vivendo da due anni a questa parte; con una differenza: si può facilmente avvistare un meteorite gigante ma non si può individuare il virus del covid 19, proprio come accadeva ai protagonisti del classico di fantascienza Invasione degli ultracorpi.
Don’t Look Up è fondamentalmente una commedia ‘slapstick’, con una serie di sketch degni di uno show televisivo famoso come Saturday Night Live, una satira amara delle follie del mondo in cui viviamo, in particolare della stampa, delle televisioni e soprattutto dei social network. Egocentrici, interessati solo allo share e all’apparire, i media offuscano le menti al punto che le persone non riescono nemmeno a vedere un pericolo planetario proprio sopra le loro teste.
Il film è anche un forte attacco contro la politica e il potere, impersonato da un presidente americano donna simile a Trump, un esempio di stupidità che cerca di sfruttare l’opportunità che il pericolo mortale le offre di aumentare il suo consenso – e che inevitabilmente porta al disastro. È anche una violenta critica alle multinazionali dei media hi-tech, corporation che usano la politica come il loro giocattolo privato, come mezzo per raggiungere i loro obiettivi di vendita e per sfruttare le materie prime, non vedendo il vero pericolo nella loro cieca corsa al fare soldi. Il magnate dei media del film, il vero cattivo, assomiglia terribilmente a uno squilibrato Steve Jobs.
Anche i due protagonisti in positivo, gli anti-eroi (l’astronomo nerd Dr Randall Mindy e la sua intelligente studentessa Kate Dibiasky) vengono in parte divorati dalla macchina dei media, per ritrovare poi le loro vere personalità giusto in tempo per accettare la catastrofe imminente, aspettandola con un comportamento stoico durante una improvvisata ‘ultima cena’. E qui il tema degli scienziati che non vengono creduti, ma derisi e oscurati dalle fake news, suona purtroppo assai familiare.
C’è l’eco di Quarto Potere per quanto riguarda la stampa e del Dottor Stranamore per quanto riguarda il fanatismo, ma non c’è traccia del giornalismo come istituzione democratica che svela i misfatti del potere, un genere caro alla Hollywood liberale, vedi Tutti gli uomini del presidente.
La metafora della minaccia della cometa come cambiamento climatico e come pandemia è ovvia; ciò che non è ovvio è la mancanza di volontà della nostra società di salvarsi, fisicamente e metaforicamente: il film infatti ha un inquietante background distopico sotto all dominante aspetto di commedia esilarante.
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